«Nella striscia rossa, e poi in tutto il disco, ben presto mancò lo spazio e iniziò un’inevitabile lotta. Le neonate si gettavano ferocemente l’una contro l’altra, si sbranavano e si fagocitavano. Fra loro giacevano i cadaveri di quante erano cadute nella lotta per la sopravvivenza. Vincevano le migliori e le più forti. E queste migliori erano terribili. In primo luogo superavano di circa due volte le dimensioni delle amebe comuni, e in secondo luogo si distinguevano per una particolare cattiveria e vitalità».
Uova fatali di Michail Bulgakov è un racconto di fantascienza ambientato nel 1928, scritto nel 1924. Venne pubblicato l’anno seguente, a febbraio, sul sesto numero di un almanacco, «Nedra», titolo che in russo significa “sottosuolo, viscere della terra”. Bulgakov lavora parallelamente anche a Diavoleide e a Cuore di cane con risultati che segnano uno stacco netto rispetto alla sua produzione narrativa precedente. Porta a compimento un percorso di affinamento dello stile e della struttura delle storie, che diventano più complesse, corpose, intricate. Inizia a sviluppare temi e caratteristiche che apparterranno poi al capolavoro Il Maestro e Margherita, scritto e riscritto per ben dodici anni, tra il 1928 e il 1940.
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