Lettere allo specchio

Cosa cerca una giovane donna nello specchio? Quali sorprese ci trova una signora? Perché sgrana gli occhioni una bambina sulla soglia dell’adolescenza? Si dice: «Nello specchio c’è il diavolo». Da dove nasce il monito? La matrigna di Biancaneve si rivolge all’oggetto misterioso e ottiene una risposta impertinente. Lo specchio moltiplica e inverte i riferimenti. La destra di un’immagine si scambia con la sinistra. Le scritte sono ribaltate, da leggibili divengono illeggibili, da sensate diventano insensate.

E così accade sempre, se manteniamo fisso il nostro sistema di assi cartesiani, l’osservatorio da cui guardiamo il mondo, il reticolo tridimensionale dell’immaginario, che categorizza, definisce, costruisce relazioni e prospettive. Ma cosa accadrebbe se quelle parole sensate nel capovolgimento dello specchio non risultassero più prive di senso? Cosa succederebbe se tutte le parole fossero bifronti? Se avessero cioè un significato lette da destra a sinistra, e un altro significato lette al contrario?

“Roma” riflessa è “amor”; “Renato” è “nato re”; “assegni” è “ingessa”. In tutti questi casi il senso della sequenza di lettere nello specchio appartiene al nostro figurato sistema di assi cartesiani. Ma se controllo allo stesso modo la scritta della mia maglietta dell’Hard Rock Café di Venezia, il trucco non funziona. Che mai vorrà dire “Aizenev”? Potrebbe essere un villaggio ignoto? Un bizzarro figuro avido di ombre? O piuttosto un appiccicoso animale che vive negli interstizi tra le copertine di cartone e il legno delle librerie?

Il nostro specchio allora raddoppierebbe il mondo, lo espanderebbe, lo lieviterebbe come un’ottima crostata di mele in forno. Una donna forse cerca proprio un’estensione di realtà, quando si guarda allo specchio. È un’immagine quella che indagano i suoi occhi, ma anche una sorpresa, una scoperta, un’interpretazione. Lo stesso accade con i libri, a me, come a molte e a molti. Il naso, lo sguardo, gli occhiali nella carta stampata di storie, indossano nuovi abiti di inchiostro, esplorano regni altrui, li dipingono dei propri colori e ne sono dipinti. E cos’è per voi un buon libro?

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